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Bufalini, Du Pérac, Pinard, Falda, Maggi, Tempesta, Greuter, Nolli, Direzione Generale del Censo

Le piante di Roma

dal Cinquecento all'Ottocento

Vedute d'Italia, n. 14
1993, pp. 160, Rilegato

ISBN: id-101
€ 35,00 -5% € 33,25
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Sinossi

Questa antologia di incisioni ripropone le più significative tra le moltissime piante di Roma conosciute, ripercorrendo le tappe fondamentali dello sviluppo urbanistico della città in epoca moderna attraverso quelle opere cartografiche che ne trasmettono la testimonianza più fedele e aderente.
Dalla Roma del Bufalini (1551), specchio di una città rinascimentale che si sviluppa ormai secondo i progetti di pontefici e artisti, alla Roma descritta nelle mappe catastali della Congregazione del Censo (1829), l'itinerario si dipana tra la città sistina, col suo sistema di assi viari, le magnificenze della Roma barocca, descritte nella splendida pianta del Falda, sino al Settecento, in cui i nuovi criteri razionali impongono all'immagine cartografica esigenze di esattezza, e all'Ottocento, con le istanze estetiche ormai sacrficate al rilievo scientifico delle mappe catastali.
Nell'arco di tre secoli, le piante di Roma registrano puntualmente le trasformazioni della città in uno sviluppo urbanistico "lento", armonico nell'equilibrio di sccelte pratiche e soluzioni architettoniche e stilistiche, che sarà stravolto, dopo il 1870, dal nuovo ruolo di capitale dello stato unitario.
Un'analisi comparativa delle incisioni rende anche possibile seguire l'evolversi della concezione estetica della rappresentazione cartografica, ancora vicina, tra Cinque e Seicento, alla veduta con edifici e monumenti in alzato, e realizzata da artisti (Du Pérac, Tempesta, Maggi, Greuter, Falda); ma inevitabilmente protesa dal Settecento verso la fredda precisione del rilievo scientifico e l'abolizione di ogni amplificazione retorica di edifici o monumenti. Nell'Ottocento, le piante di Roma, elaborate da squadre di "tecnici", si limitano a tradurre graficamente le nuove mappe del Catasto urbano, in vigore nello stato pontificio dal 1835, purtuttavia esse ci consegnano una delle ultime immagini della città dei papi, prima che l'armonia della sua struttura urbana secolare sia avviluppata e messa a tacere dall'abbraccio soffocante di Roma moderna.