Federica Festa
Fare teatro con i piccolissimi

La seconda volta


Qui sono arrivata con lo spirito opposto, quello di chi vuole adeguarsi agli “abitanti” del nido. Sono andata a comprare due CD di canzoncine e ho deciso di cantarne alcune con i bimbi, suggerendo loro delle piccole azioni fisiche legate alla melodia. I brani erano quelli che conosciamo tutti: Oh che bel castello, La pecora nel bosco, La bella lavanderina. Ho allestito uno spazio con un percorso psicomotorio colorato e accogliente, e i bimbi si sono divertiti. Alla fine della lezione però le educatrici mi hanno preso da parte dicendomi: «Ma questo è quello che facciamo già noi! Cantiamo le stesse canzoncine e facciamo le stesse attività di movimento!».
Insomma, per cercare di piacere ai bambini e alle educatrici avevo messo da parte le mie competenze, stavo perdendo anche la mia originalità, e la porta della fantasia era rimasta chiusa: per i bambini, quel giorno, non era iniziato nessun nuovo viaggio.
Da allora sono passati diciotto anni, durante i quali ho capito che dovevo sì preparare la lezione ma anche improvvisare: dovevo stimolare la fantasia dei bambini e assecondare la loro immaginazione. Dovevo imparare a sentire il disagio del singolo bambino, a prevedere il calo di attenzione e quindi stupire ancora una volta. Come i comici dell’arte, che avevano il canovaccio impostato ma recitavano all’impronta, sicuri del fatto che il finale fosse già scritto. Mi sono sentita anch’io una comica dell’arte, con una platea diversa ogni giorno: una platea esigente, che si annoia rapidamente, che ride delle tue cadute, anche se non applaude mai, perché non sa farlo, ma applaude con il cuore, senza riserve. Un pubblico che conosce circa duecento parole, e che non ama stare seduto. Un pubblico che spesso ama solo stare in scena, anche se ha paura di fare quei tre passi che dividono l’essere visto dall’essere non-visto. Quanti abbracci, quanti gesti spontanei, e soprattutto quante trasformazioni insieme hanno reso le mattine di questi diciotto anni sempre sorprendenti, uniche, irripetibili.


Leggi qui la prima lezione.